EFM 36 – (nr 2 – anno 2023)
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MAGAZINE EFM N. 36 (nr 2 – ANNO 2023).
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EDITORIALE
Cosa c’entra il granchio blu con il cambiamento climatico? O le alghe o il “pesce non pesce” con la sostenibilità? Lo scoprirete leggendo questo numero 36 di Eurofishmarket che contiene un approfondito dossier su una delle emergenze più importanti per il settore ittico nazionale in particolare e per quello della venericoltura: il Callinectes sapidus. Sono ormai tristemente noti i danni causati dall’aumento di questo crostaceo alloctono nelle acque italiane e soprattutto in quelle lagunari. In questo numero, anche viste le numerose fake news in merito a questa specie e alle criticità/opportunità ad esso connesse, sarà illustrato uno stato dell’arte il più oggettivo possibile grazie anche al supporto di professionisti specializzati in materia. Al momento infatti sembra che abbiamo preso un “granchio” … ed in futuro, se continuiamo così, forse non prenderemo più granchi blu ma neppure vongole veraci, cozze, quant’altro. Si è parlato tanto di questo granchio e dei suoi 10000 possibili usi soprattutto in cucina e a parlarne sono stati vip e meno vip di tutta Italia. Di solito, normalmente, quando cresce la popolarità di qualcuno o qualcosa infatti cresce anche il suo valore di mercato. E allora come mai invece ben oltre 3000 produttori (o meglio raccoglitori) del granchio blu in Italia si ritrovano oggi a fare i conti con la fame? Può mai essere sostenibile un business in cui chi è alla base di una determinata “filiera” è quello che deve svendere perché tanto chi acquista gli fa un favore a non fargli pagare anche lo smaltimento? Se a questo aggiungiamo che la maggioranza della produzione italiana di granchio blu non ha una taglia utile al mercato della distribuzione nel vivo, è chiaro che già molti dei nostri banchi e ristoranti sono pieni di granchio blu africano. E questa non è una ingiustizia, ma una semplice legge di mercato. Così, dietro una vetrina dorata in cui sembra che l’emergenza granchio sia stata praticamente risolta, così non è ed è crisi nera nel settore della venericoltura. Per evitare questa ed altre emergenze sarà sempre più importante anche tenere d’occhio i cambiamenti climatici e soprattutto attivarci anche per il settore della pesca e dell’acquacoltura a produzioni sempre più sostenibili e rispettose della risorsa e dell’ambiente. Non dimentichiamo che a causa della siccità da alcuni anni è sempre più rischi la nostra produzione nazionale di cozza di Scardovari DOP e non solo. Sempre in tema di sostenibilità sarebbe importante rendere più chiaro a tutta la filiera, acquirente finale compreso, cosa si intende per prodotto ittico sostenibile. Ne abbiamo già parlato nei numeri precedenti e continueremo a parlarne vista l’importanza del tema. Ad esempio gli alimenti sostitutivi (plant-based) sono sempre più presenti nei supermercati e negozi nazionali ed esteri. I consumatori, sempre più attenti verso la sostenibilità (intesa in senso lato), vengono o si sentono indirizzati verso l’acquisto di questi prodotti “green” pubblicizzati come più sostenibili. Questo vale anche per i prodotti ittici. Ma è veramente così? È corretta la correlazione “prodotti ittici pland -based” uguale “prodotti ittici più sostenibili”? Con il collega Cesare Paolucci abbiamo fatto una ricerca bibliografica importante al fine di offrirvi un primo quadro in merito a questo argomento così dibattuto ed attuale. Legato alla sostenibilità anche il concetto di benessere animale nel settore ittico, che per il nostro periodico resta un tema di centrale importanza. A tale proposito è presente in questo numero una intervista alla dott.ssa Pirollo alla quale chiediamo se è possibile misurare il benessere nei pesci. Questi ed altri ancora i temi trattati in questo numero. Dunque vi auguro una buona lettura e, con tutta la redazione, un buon Natale e buon Anno che veda una maggiore comprensione delle attuali emergenze e soprattutto necessità del settore ed una migliore risposta soprattutto attraverso un insieme di produttori e referenti della filiera che avranno capito l’importanza di fare rete.
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